Radicalizzare la Riforma -
Conferenze e pubblicazioni tra Europa e Americhe a proposito dell’economia mondiale
ANTONELLA VISINTIN ROTIGNI

Radicalizzare la Riforma, letteralmente tornare alle radici non per celebrarle ma per contestualizzare
nelle molteplici crisi di oggi il ruolo giocato
e subìto dalle chiese e dal pensiero
riformato, provocati dalla Bibbia, in una
prospettiva di liberazione: un progetto di
ricerca internazionale che dal 2011 si è tradotto
in conferenze e pubblicazioni in vista
dei «500 anni», sostenuto dal Consiglio
ecumenico delle chiese, dalla Chiesa evangelica
in Germania e da altre istituzioni
tedesche (www.radicalizing-reformation.
com). Il progetto è stato promosso da teologi
principalmente luterani ma anche riformati,
metodisti, anglicani e mennoniti
che hanno riscritto 94 Tesi avendo come
interlocutore non la chiesa cattolica ma la
realtà socio-economica dominante che ha
messo in vendita la vita umana e il pianeta.
Come si rapporta la Riforma e che ruolo
ha in questa crisi, sia nelle sue espressioni
istituzionali sia attraverso l’azione
di singoli e singole? La tradizione riformata
ha seguito la Bibbia? Ha migliorato
la qualità della vita verso lo shalom? Ha
contribuito alla liberazione e alla giustizia?
Possiamo usare questa tradizione
per sviluppare una nuova cultura di vita
basata su relazioni giuste?
La ricerca di una risposta a queste domande
ha portato a una scoperta interessante.
La cultura della modernità caratterizzata
anche da capitalismo, colonialismo e individualismo
utilitarista ha una preistoria
nell’VIII secolo a. c. (in cui molti testi biblici
sono stati scritti), quando nasce la prima
economia monetaria collegata agli imperi.
Abbiamo dunque una connessione ermeneutica
tra Bibbia, Riforma e crisi di oggi.
Secondo Lutero tutte le tradizioni devono
essere giudicate sulla base della Scrittura.
Secondo questo impianto sono stati scritti
sei volumi con contributi provenienti dalle
due Americhe, Asia ed Europa, di cui cinque
usciti nel 2015 e uno nel 2016 (in edizioni
inglese e spagnola). I loro temi sono
la liberazione verso la giustizia, la liberazione
da Mammona, la politica e l’economia
della liberazione, la liberazione dalla
violenza per una vita in pace, resistenza e
trasformazione della chiesa.
Quella che si è svolta a Wittenberg tra
il 7 e il 10 gennaio è la terza Conferenza
internazionale (le prime due Conferenze
sono state nel 2011 e nel 2014), all’interno
della Università fondata da Federico III
nel 1502, l’università dove Lutero ha insegnato,
oggi fondazione Leucorea collegata
alla Università «Martin Lutero» di Halle,
sede di associazioni e convegni. I partecipanti
e le partecipanti provenivano da
tutto il mondo.
L’incontro era articolato su quattro temi:
come nel contesto delle migrazioni forzate
e delle relative crisi giudichiamo la politica
economica globale e lavoriamo per delle
alternative; come ci muoviamo da una tendenza
antisemita e islamofobica di alcuni
scritti della Riforma verso una solidarietà
interreligiosa per la giustizia a partire dal
caso Israele-Palestina; come contrastiamo
oggi l’agribusiness controllato dalle transnazionali
per orientarci a favore di una
agricoltura ecologica basata sulla distribuzione
della terra e come questa lotta si collega
alla «Guerra dei contadini»; e infine
come superiamo la violenza contro la natura
e gli umani, particolarmente le donne,
con una azione nonviolenta e come siamo
sfidati da differenti tradizioni riformate,
ecumeniche e interreligiose.
Il sermone del culto della domenica è stato
tenuto dal vescovo Munib Younan, presidente
della Federazione luterana mondiale,
che a maggio terrà la propria XX Assemblea.
Tra i promotori del progetto «Radicalizzare
la Riforma» il professore di teologia
sistematica Ulrich Duchrow, la teologa
Karen Bloomquist, il professore di teologia
contestuale Craig Nissen e Daniel Beros
professore all’Istituto teologico Isedet di
Buenos Aires. Tra i partecipanti e le partecipanti,
che hanno approvato un documento
che fissa gli elementi condivisi in questa
tappa, vi erano alcuni esponenti della rete
Oikotree, Mark Braverman, leader di «Kairos
Usa», attivo per i diritti dei Palestinesi,
la teologa Evangelina Rajkumar e il professor
Vitor Westhelle.
Il titolo del documento è Sola giustizia,
una protesta contro la complicità delle nostre
chiese con un sistema che produce povertà,
migrazione forzata e divisione tra i
popoli nel mondo. I partecipanti e le partecipanti
alla Conferenza con questa Dichiarazione
invitano a condividere il tentativo
di confessare la nostra fede sulla base della
Bibbia e delle altre tradizioni abramitiche
di fede, in relazione alle esperienze di conflitti
del nostro tempo. Non si chiede di
adottare ogni frase del testo ma si vogliono
sollecitare le nostre comunità di fede a
confrontarsi con i temi contenuti e a impegnarsi
a partecipare al lavoro di Dio per la
vita superando le forze di morte presenti in
questa situazione mondiale.